#lettidavoi: La coppa più bella del mondo
Le biografie sportive hanno il fascino delle suggestioni, riescono a far riaffiorare volti e situazioni tenuti in un cantuccio…
Nel 1982 avevo 4 anni e i miei ricordi del Mundial sono il succo di frutta Billy all’arancia e un ovetto al cioccolato con l’involucro a quadretti bianchi
e neri come il pallone da calcio. Eppure la corsa di Tardelli urlante con le braccia al cielo dopo il goal è da sempre nella mia memoria come in quella di
tanti italiani. Questo viaggio condotto dalla voce di Dino Zoff è una continua suggestione tra volti sportivi, nomi di un calcio che fu, e grandi eventi
che hanno connotato quel 1982. Una carrellata di sportivi e uomini di altri tempi, grandi giocatori uniti dal senso della maglia, dal rispetto reciproco,
pur nelle rivalità di club, nessuna “primadonna” e una grande e costante attenzione verso i compagni in difficoltà. Allo stesso tempo, un anno, il 1982,
famoso per una cronaca nera densa di eventi: la morte in pista del pilota di Formula 1 Gilles Villeneuve, l’assassinio del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa,
l’incidente stradale nel quale perse la vita la principessa Grace Kelly. Nello stesso anno si “battezza” il virus dell’AIDS, viene prodotto il primo
compact disk e Michael Jackson canta e fa ballare tutti sulle note di Thriller. Una serie di eventi che ricordiamo singolarmente ma non mettendoli tutti insieme
perché nell’immaginario collettivo il 1982 è l’anno della coppa del mondo alzata al cielo da Zoff, ritratto nel francobollo celebrativo da Renato Guttuso,
del presidente Pertini che guarda la sua Italia dagli spalti del Bernabeu, è l’anno della memorabile partita a scopone nell'aereo presidenziale tra Pertini
e Zoff, in coppia, contro Bearzot e Causio. Il libro di Zoff e Crosetti è un carosello di volti che prendono vita dalle figurine dell’album Panini,
giocatori maturi che trovano il riscatto senza averlo realmente cercato, giocatori che ritrovano la via del goal e un po’ sé stessi grazie alla forza del gruppo
e alla testardaggine di uno, Bearzot, che li ha fortemente voluti in campo, giocatori che debuttano in nazionale e ne diventeranno le nuove colonne portanti.
E fa sorridere che a fare il racconto di quell’avventura sia uno dei giocatori più silenziosi della storia del calcio.