#lettidavoi: Storie di parole nuove
Un libro per cultori e appassionati di linguistica, ma anche per lettori curiosi di ripercorrere il processo storico e sociale che si cela
dietro i cambiamenti della nostra lingua e l’introduzione di sempre nuove voci. “Molti vocaboli che già morirono rinasceranno… se l’uso lo vorrà… (l’uso) nel cui potere
stanno dominio, legge e norma del parlare” diceva Orazio nella sua Ars Poetica, già appena una decina di anni prima della nascita di Cristo.
Il libro può essere idealmente suddiviso in due parti. Una prima parte affronta l’analisi strutturale della neologia e del neologismo, dei fattori strutturali interni,
esterni e morfologici del neologismo e in che modo tali fattori influiscano sulla nascita di un neologismo. La questione dell’uso di formare nuove parole, della Neologia
appunto, è una questione aperta in epoca romana e mai chiusa. L’annosa questione non calma a tutt’oggi i contrasti tra puristi della lingua, i quali come genitori
reazionari vorrebbero opporsi ai cambiamenti imposti dai figli, e i figli del tempo in atto, i neologisti, che la loro lingua vogliono vederla affermarsi e plasmarsi
al tempo assegnatole.
La seconda parte del libro, dal capitolo 4 in poi, si snoda nella rilettura della storia socio- politica del nostro Paese ripercorrendo il processo di formazione,
diffusione e affermazione dei neologismi nati in quel particolare periodo storico.
Si passa dal “Politichese” per citare Alberto Arbasino, allo “yuppismo” degli anni ‘80, ai “Celentanismi, Funarismi e le Telerisse” degli anni ‘90, la guerra civile
fredda tra “Berlusconismo” e “Antiberlusconismo”, la “Macelleria sociale e mediatica” e i “Ribaltoni” dei primi anni 2000 e i “V- Day” e il “Cyber populismo”
del “Grillismo” del primo decennio del 2000, fino alle “Rottamazioni” del “Rottamatore” Matteo Renzi e “Bergoglismi” di Papa Francesco.